L’etica dell’Intelligenza Artificiale

 In AI, Posizione 1

In futuro il ricorso all’IA sarà sempre più invadente ed invasivo. Da una parte ci aiuterà sempre più nel processare le operazioni semplici e lasciarci gestire quelle più complesse, ma in che modo sono stati delimitati i confini del suo utilizzo? Con una velocità sempre maggiore, l’IA sta entrando sempre più prepotentemente nella nostra vita. Leggendo siti di testate trasversali, da quelle specialistiche per il settore IT ad altre più generaliste, ci si rende conto di come si siano rotti gli argini nella sua diffusione nella vita di tutti i giorni. Soltanto la settimana scorsa, nella home page di Tom’s hardware c’erano due articoli, uno relativo alla scoperta di due nuovi esopianeti (oltre ad altri 14 potenziali) tramite l’utilizzo di una rete neurale con un modello di IA di tipo open source, e uno che tratta della recente acquisizione da parte di McDonald’s di una società israeliana; tramite la tecnologia di quest’ultima verranno introdotti nuovi menù dinamici, che si adatteranno ai gusti dell’utente, all’ora del giorno, situazione nelle cucine e suggeriranno soluzioni diverse a seconda delle scelte fatte e della disponibilità dei piatti richiesti. Gli smartphone di ultima generazione fanno sempre un maggiore ricorso a queste tecnologie, lo si può vedere nelle recenti presentazioni dei prodotti di punta dei produttori più importanti, in particolare per la gestione del comparto fotografico. Nelle nostre case si stanno diffondendo i vari Alexa, Siri, assistenti vocali che ci consentono di ascoltare musica, gestire l’impianto di illuminazione domestico, riscaldamento, tramite comandi vocali.

Entrate del software di intelligenza artificiale per settore

Entrate del software di intelligenza artificiale per settore

Sfruttando il machine learning (capacità di una macchina di apprendere senza programmazione esplicita ma tramite un’educazione, addestramento, che consenta di adattarsi ed imparare dai dati analizzati e processati), l’IA imparerà dalle situazioni, per avere memoria di quello che ha fatto per usarlo in situazioni future. La rete neurale è ispirata al funzionamento del cervello umano. Nei giorni scorsi ho letto un’intervista al Professor Thomas Dietterich, uno dei fondatori del machine learning. Spiega chiaramente che va trovato il modo di far interagire al meglio i sistemi umani e quelli dell’intelligenza artificiale. Ha passato gli ultimi anni a studiare come possa essere resa più solida ed affidabile, in particolar modo quando è incorporata in contesti socio-tecnici nei quali la combinazione di errori umani e software può propagarsi e portare a problematiche non indifferenti, in alcuni casi potenzialmente letali. Ci sono diversi casi in cui l’interazione fra i due non ha evitato problemi gravi, ad esempio un paio di incidenti aerei degli ultimi anni, nei quali la lettura dei valori generati da sensori non funzionanti ha portato ad una perdita del controllo ed al successivo impatto fatale per il velivolo ed i suoi occupanti.

Va sicuramente controllata l’etica nel suo utilizzo e nel suo sviluppo, ma anche il reciproco controllo; sistemi ben funzionanti non gestiti con la dovuta preparazione o cultura possono generare problemi. “Non è sufficiente rendere la tecnologia affidabile, è necessario rendere affidabile anche l’intera organizzazione umana che la circonda” ha dichiarato il Professor Dietterich. La sfida per gli anni a venire, quantomeno quelli più vicini a noi, non ha come focus la preoccupazione che l’intelligenza artificiale possa sfuggire al controllo umano e possa diventare letale per l’umanità per una scelta consapevole (come si può vedere in un recente film di successo come Transcendence), ma nella ipotetica difficoltà di controllo e rischio di perdita delle capacità di risolvere i problemi senza di essa o la mancanza di capacità di verificare quando commette un errore. L’astrofisico inglese Stephen Hawking nel 2017 ha dichiarato: “Siamo sulla soglia di un mondo completamente nuovo. I benefici possono essere tanti, così come i pericoli. Le nostre IA devono fare quel che vogliamo che facciano. Dobbiamo semplicemente sapere che ci sono dei pericoli e dobbiamo identificarli”.

E’ notizia della settimana scorsa che due italiani, Luciano Floridi (professore a Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab) e Alessandro Acquisti (docente di Information Technology all’Heinz College) , sono entrati a far parte di un team di 8 consulenti internazionali voluto da Google per approfondire temi legati all’ Intelligenza Artificiale, etica e privacy. Si tratta di un gruppo di nome Advanced Technology External Advisory Council, studierà i Principi di intelligenza artificiale di Google, una carta etica per guidare lo sviluppo responsabile e l’uso dell’IA nelle ricerche e prodotti. “Prenderà in considerazione alcune delle sfide più complesse di Google che emergono nell’ambito dei nostri principi di intelligenza artificiale, come il riconoscimento facciale e l’imparzialità nell’apprendimento automatico, fornendo prospettive diverse per informare il nostro lavoro.”

Evidentemente l’etica è un elemento centrale nello sviluppo dell’IA, al tempo stesso preoccupa molto che possa essere gestita in maniera non corretta. Dobbiamo sperare che di etica se ne continui a parlare, anche perché l’IA viene utilizzata già oggi anche per realizzare pubblicità predittiva, se fate una ricerca navigando su internet o su Facebook troviamo fra le proposte commerciali prodotti che ci potrebbero interessare perché già ricercati in passato. Oppure possiamo veder apparire sullo smartphone notifiche relative ad un viaggio in treno senza che si abbia riservato un evento sul calendario.

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Fra 15-20 anni saremo ancora in grado di capire cosa non fa funzionare l’impianto di illuminazione nel caso di un malfunzionamento dell’IA di casa? Un pilota di un aereo di linea sarà sempre in grado di fare un controllo manuale dei sistemi tramite checklist in caso di problemi e di dubbio funzionamento dell’intelligenza artificiale?

Saremo sempre in grado di seguire una mappa per raggiungere una destinazione senza la guida autonoma ed il navigatore satellitare?

 

Dobbiamo seguire con attenzione la strada che sta prendendo l’utilizzo di queste nuove tecnologie, e iniziare a preoccuparci se diventassero troppo invasive!

 

( M. Stefani – COmputercare.it )

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